(Chieti 1818-Palena 1900)
Il conte Raffaele Ulisse Barbolani fu il terzo ministro plenipotenziario inviato a dirigere la Legazione italiana a Tokyo dall’inizio dei rapporti diplomatici tra il Regno d’Italia e il Giappone (1866).
Barbolani nacque il 13 agosto 1818 a Cesapiana di Colledimacine, paese della provincia di Chieti, non lontano da Bomba, che diede i natali ai cugini Silvio e Bertrando Spaventa. Nel 1847 entrò nel corpo diplomatico del Regno delle Due Sicilie, iniziando una lunga carriera diplomatica alle dipendenze prima dello stato borbonico, poi del Regno d’Italia.
Dopo aver svolto incarichi per i Borbone presso molte capitali mondiali, alla vigilia dell’Impresa dei Mille decise di schierarsi con i Savoia, ottenendo presto da Cavour una serie di incarichi presso il Ministero degli Esteri del Regno d’Italia, arrivando, nel 1867, a ricoprirne il ruolo di Segretario Generale.
Nel 1877 divenne ministro a Tokyo, rimanendovi fino al 1881, quando fu trasferito a Monaco di Baviera, per poi concludervi la carriera.
Quando arrivò in Giappone, il Barbolani trovò una situazione politica molto instabile. Il paese era infatti nel pieno della modernizzazione dell’epoca Meiji e i suoi governanti erano impegnati a gestire i grandi cambiamenti che stavano avvenendo, le tensioni sociali e i tentativi delle potenze coloniali di ottenere maggiore influenza sul Giappone.
Barbolani seppe muoversi con grande abilità e costruì un’ampia rete di relazioni a tutti i livelli di governo, arrivando a stringere anche amicizie personali con principi e ministri imperiali.
Barbolani riuscì a sfruttare il viaggio in Oriente della corvetta Vettor Pisani, comandata dal Duca di Genova Tomaso di Savoia, per dare un forte impulso alle relazioni diplomatiche italo-giapponesi.
Il soggiorno di Tomaso durò dall’agosto del 1879 al gennaio dell’1881 e fu caratterizzato da molte cerimonie, banchetti, visite di città, incontri di altissimo livello e scambi di regalie.
Il Principe Tomaso fu molto attento a seguire le precise istruzioni del Barbolani e grazie alla sua affabilità e gentilezza, riuscì a lasciare un ricordo indelebile presso il governo, il popolo e la stessa famiglia imperiale. Grazie all’influenza del Conte presso il ministro degli esteri Inoue, si riuscì addirittura ad ottenere la visita straordinaria dell’Imperatore a bordo della Vettor Pisani poco prima della partenza del Principe. Questo fatto fu assolutamente eccezionale, in quanto fu la prima visita di sua Maestà presso un “territorio” straniero.
A riprova dello straordinario lavoro di compiuto da Barbolani in Giappone, si possono citare la visita del Principe Arisugawa in Italia (che scelse come primo paese europeo del suo tour) e la dichiarazione che il Ministro Inoue fece nel 1883 al sostituto di Barbolani, in cui affermò che “nel classificare le Potenze Estere per rapporto di simpatia di cui esse godono nel Giappone, l’Italia occupava il primo posto, la Russia il secondo e la Germania il terzo”.
Barbolani lasciò quindi un ricordo molto positivo anche in Giappone, paese che tuttora lo ricorda anche per un altro importante motivo. Quando Barbolani tornò in Italia, infatti, portò con sé una piccola collezione di oggetti acquistati a Tokyo. Tra questi vi era un album fotografico dei luoghi del Giappone, molto diverso da quelli “più turistici” che andavano di moda all’epoca. Grazie al lavoro di Marisa Di Russo, questo album è stato recentemente riscoperto e acquistato da un museo giapponese. Ne è stata curata un’edizione di pregio a stampa e molte città giapponesi, grazie a queste testimonianze fotografiche, hanno potuto ricostruire la memoria di luoghi e monumenti che erano ormai andati perduti durante l’inevitabile modernizzazione del paese.
Il Conte Raffaele Ulisse Barbolani morì il 17 ottobre 1900 a Palena, nel suo Abruzzo, dopo aver passato più di 40 anni della sua vita viaggiando per il mondo al servizio del suo Paese.